Fu nel 1962 che cominciai ad interessarmi alla luce come mezzo d’espressione plastica e nel 1963/68 al colore-luce come problematica unificata. Durante quegli anni realizzai delle esperienze su “rilievi a luce instabile”, “scatole luminose”, “strutture a luce instabile”, “scatole luce-colore manovrate dagli spettatori”, ecc.
Queste esperienze all’interno del GRAV furono realizzate con opere a tre dimensioni, cinetiche, includenti cioè il movimento.
In seguito, nel 1970, ritornai al problema dell’opera a due dimensioni, realizzando delle esperienze sul colore e seguendo la mia teoria della ricerca continua, feci delle incursioni nel campo della semiotica, del rapporto cioè tra la scrittura e la forma (vedi i ritratti dei nomi).